Questo è il primo romanzo che vede protagonista il vice commissario di polizia Rocco Schiavone. Ambientato in un piccolo paese nella Valle d’Aosta, la storia inizia con il ritrovamento di un cadavere su una pista da sci nera. Schiavone, un detective romano burbero e anticonvenzionale, viene incaricato di indagare. Mentre si muove all’interno di una comunità chiusa e insulare, Schiavone scopre segreti, tensioni locali e motivi nascosti, mentre affronta il proprio passato travagliato. Ho amato il personaggio di Schiavone, l’arguzia sardonica e i metodi poco ortodossi, nonché la freschezza e la semplicità dell’indagine. Sono sicura che tornerò a leggere questo commissario.

“Camminava verso la grande costruzione che serviva da garage per i mezzi cingolati in fondo alla quale, dietro a una porta a vetri, c’era la scuola di sci. Donne imbacuccate in pelliccia se ne stavano sedute ad aspettare i figli sciatori. Somigliavano a delle tartarughe, con la testa quasi interamente infilata nel carapace peloso e le mani in tasca. Ai piedi sembrava avessero dei fox terrier abbracciati alle caviglie.”

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